Nasce a Desenzano del Garda (Brescia) tra il 1470 ed il 1475.
Cresce in una famiglia di radicati principi cristiani e di modesta condizione sociale, anche se imparentata con persone influenti.
Suo padre Giovanni, che era stato cittadino di Brescia, vive lavorando la terra. Sua madre, Caterina, è sorella di ser Biancoso de’ Bianchi di Salò, per molti anni membro del Consiglio Comunale di quella città. Ha tre fratelli e una sorella. Risiede a Desenzano fino alla giovinezza in una località denominata “Le Grezze“.
La sua vita si sviluppa nel clima semplice e cristiano della famiglia, sull’esempio dei genitori, acquistando una solida formazione spirituale. A diciotto anni Angela resta sola; esposta ai pericoli di quegli anni turbolenti, viene accolta nella casa di un agiato zio materno, a Salò, frequentata da persone raffinate e colte, e impara a leggere. Per scrivere si avvarrà sempre di segretari. A Salò per contrastare lo spirito mondano si dedica ad una vita di mortificazione, si fa Terziaria francescana, frequentando i Sacramenti della Confessione e della Comunione.
A 26 anni ritorna a Desenzano, col desiderio di poter meglio decidere della sua vita: qui possiede alcuni beni a lei pervenuti in eredità. Vi conduce una vita silenziosa, casa e campi, dedita all’orazione e alle opere di carità, mentre matura lentamente la sua vocazione. Tale permanenza è segnata dall’esperienza di una visione in località Brudazzo (1506): raccolta in preghiera le pare che il cielo si apra e vede scendere angeli e vergini; era come una prefigurazione della Compagnia.
Nel 1516 si stabilisce a Brescia; dapprima presso la famiglia Patengola, dove reca conforto alla signora Caterina rimasta vedova ed in lutto per la morte dei due figli; poi in contrada Santa Agata, in due stanzette offertele dal ricco mercante Antonio Romano. Essa diviene la benefattrice e la consigliera più ricercata della città.
Sono di questo periodo i pellegrinaggi di Angela:
– a Mantova (1520) per pregare sulla tomba della beata Osanna Andreasi, Terziaria Domenicana
– in Terra Santa (1524)
– a Roma (1525) per acquistare il Giubileo
– al Sacro Monte di Varallo (1529) per meditare la passione e la morte di Cristo
Di ritorno è costretta a riparare per qualche tempo a Cremona, essendo Brescia occupata da truppe spagnolo tedesche; e la salute è così precaria che sembra vicina alla morte. Rinfrancatasi, torna a Brescia, ospite di Agostino Gallo, ricco mercante e letterato.
A circa 60 anni, ricca di esperienza e di virtù, pensa di proporre anche ad altre donne lo stile di vita maturato nella preghiera e nella riflessione.
Nel 1531 raccoglie un gruppo di dodici amiche, di ogni classe sociale con l’impegno di vivere in verginità: “santificare se stesse per santificare le famiglie e la società restando nel secolo, incredulo e sensuale, come elementi di reazione e di conservazione cristiana“.
Nel 1532 Angela, con le 12 compie un pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo, per formarsi alla scuola di Gesù Crocifisso. Di ritorno pone la sua abitazione presso la Chiesa di S. Afra, dove rimarrà fino alla morte.
Il 25 novembre 1535, giorno di Santa Caterina, Angela Merici dà avvio ufficiale alla Compagnia di S. Orsola: 28 vergini si riuniscono nella chiesa di S. Afra, ricevono l’Eucaristia e si consacrano a Dio: a testimonianza del fatto depongono la loro firma nel “libro generale” della Compagnia.
Per questo nuovo itinerario spirituale che ormai si va consolidando e diffondendo, Angela detta la Regola al fedele Gabriele Cozzano che la presenta al Vescovo, card. Cornaro.
Essendo stata giudicata degna ed ispirata, la Regola viene approvata l’8 agosto 1536 da Lorenzo Muzio, Vicario Generale dell’Ordinario diocesano card. Francesco Cornaro. Il 18 marzo 1537 Angela venne eletta “Superiora e Madre Generale” a vita. Alla fine del 1539 detta i Legati ed i Ricordi quale Testamento spirituale indirizzato alle Madri e Governatrici della Compagnia.
Angela muore il 27 gennaio 1540, attorniata dalle sue 150 figlie. Dopo le esequie solenni, il corpo rimane esposto per un mese intero nella chiesa di S. Afra, senza subire corruzione alcuna: i Canonici della Cattedrale, i Canonici Lateranensi di S. Afra ed i Francescani si contendono l’onore della sepoltura.
Alla fine si decide per la chiesa di S. Afra accanto alle tombe dei Santi Martiri bresciani.
Il 9 giugno 1544 il papa Paolo III approvò la nuova istituzione con la Bolla “Reginari Universalia Ecclesia”. Il Decreto con il riconoscimento del titolo di beata, è emesso il 30 aprile 1768 da Clemente XIII. Pio VII la proclama Angela Merici, Santa, il 24 maggio 1807. Pio IX nel 1861 ne estende il culto alla Chiesa universale.
Altri elementi di biografici sono contenuti nell’itinerario del Museo.
Gli Scritti
Angela Merici non scrisse (pare non sapesse scrivere), ma dettò le sue opere a Gabriele Cozzano, suo fedele segretario e cancelliere della Compagnia.
Sono tre, comunemente chiamate “Scritti di Sant’Angela”, i loro titoli specifici sono: Regola, Ricordi, Testamento.
Destinati alla Compagnia di S. Orsola per la quale dovevano essere norma di vita, nel corso dei secoli hanno orientato la spiritualità ed animato la pedagogia dei diversi rami di Orsoline diffuse nel mondo intero.
I testi più antichi oggi conosciuti provengono, per i “Ricordi” e per il “Testamento”, dalla copia notarile stesa dagli originali e conservata nell’Archivio Segreto Vaticano; per la “Regola”, dal Codice manoscritto rinvenuto presso la Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco di Milano. Il “Codice Trivulziano” è un documento che si può datare fra l’11 dicembre 1545 e il 14 aprile 1546 o, almeno, entro il 21 giugno di questo medesimo anno (Angela Merici è morta nel 1540).
Dei Ricordi e del Testamento ne parlano gli Atti processuali di canonizzazione di Angela Merici.
La Regola, secondo il Codice Trivulziano, è costituita da un Prologo e undici Capitoli. Il documento spicca per la sensibilità tutta femminile, nelle espressioni linguistiche, in alcuni particolari della descrizione del contesto del tempo e nella spiritualità di totale fiducia in Dio.
La Regolaè diretta ai membri della “Compagnia di Sant’Orsola”. Essa indica alla Figlie la strada da seguire per divenire quello che devono essere: “vere e intatte spose del Figlio di Dio”.
I Ricordi sono rivolti alle Responsabili della Compagnia. Si tratta di un complesso di consigli e indicazioni utili per aiutarle a guidare le Figlie loro affidate nella vita spirituale.
Il Testamento è indirizzato ad alcune nobili vedove di Brescia, che si dedicavano alla Compagnia, tutelandola e sorreggendola nei suoi interessi formativi e spirituali e rappresentandola davanti alle autorità religiose e civili.